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Studio Legale Merlini e Associati | Danni causati da Fauna Selvatica: cosa potrebbe fare la Regione?
Risarcimento dei Danni derivanti da Animali Selvatici: perché la Regione resta inerme?
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Danni causati da Fauna Selvatica: cosa potrebbe fare la Regione?

incidente stradale fauna selvatica

Danni causati da Fauna Selvatica: cosa potrebbe fare la Regione?

I diversi articoli che si sono susseguiti sulle testate locali negli ultimi giorni non forniscono l’esatta dimensione del fenomeno del risarcimento dei danni derivanti da animali selvatici, patrimonio faunistico che dovrebbe essere tutelato dalla Regione, quale ente deputato alla custodia e alla gestione dello stesso.

È pacifico che la legittimazione passiva spetti alla Regione, circostanza confermata da diverse sentenze di merito su tutto il territorio nazionale nonché dalla Corte di Cassazione.

La Regione dovrebbe porre in essere tutte le opportune misure atte a limitare l’avvicinamento della fauna alle principali arterie e ad evitare il continuo verificarsi di eventi lesivi che non solo creano danni a cose ma mettono in pericolo, in alcuni casi, la vita degli utenti della strada.

Metodi per tenere lontana la fauna selvatica dalle strade

La caccia selettiva è solo l’ultimo ed estremo metodo che l’Amministrazione avrebbe a disposizione per fronteggiare la situazione, tra cui:

  • la creazione di riserve dove gli animali possano vivere indisturbati
  • il posizionamento di dissuasori ad ultrasuoni nei pressi delle strade maggiormente interessate dal fenomeno
  • l’apposizione di idonee barriere che impediscano ad ungulati e simili di accedere alla sede stradale
  • l’utilizzo di sistemi che avvisino il guidatore della reale presenza di un animale
  • l’implementazione dell’illuminazione delle strade rurali

A quanto sopra, si aggiunga che la Regione potrebbe evitare il proliferare di cause civili mediante la stipula di un’adeguata polizza assicurativa per la copertura integrale di tale tipologia di danni.

L’insieme di questi accorgimenti migliorerebbe la vita degli animali tanto quanto quella dei cittadini, consentendo di risparmiare il tempo e il denaro che viene attualmente impiegato per ingolfare il sistema giustizia.

La Regione rimane inerme
In effetti, la Regione, anziché agire per risolvere il problema, rimane inerme, preferendo offrire ai danneggiati un indennizzo predeterminato pari al 60% dell’importo dei danni subiti, della serie “prendere o lasciare”!
Il danneggiato che non accetta tale decurtazione del proprio diritto è quindi costretto ad intraprendere cause civili, i cui costi gravano anche sulle casse della Regione.

Conclusa la fase di primo grado, l’Ente, rimanendo convinto delle proprie ragioni, impugna le sentenze in maniera seriale, non lasciando alcun margine di composizione bonaria delle controversie. Il giudizio è, spesso, costretto a proseguire davanti alla Suprema Corte, con i maggiori esborsi che ciò comporta per Amministrazione e cittadini.

Un equilibrio impossibile?
È possibile che non si riesca mai a trovare un equo punto di equilibrio tra l’interesse della Regione ed il diritto del danneggiato a vedersi pienamente risarciti i danni arrecati dagli animali selvatici?

È di chiara evidenza quindi che la Regione difronte ai numerosi contenziosi civili derivanti dai danni provocati dagli animali selvatici agli utenti della strada, da innumerevoli anni, preferisce essere una mera spettatrice, piuttosto che agire da protagonista, attivandosi mediante la predisposizione di dispositivi adeguati per evitare i sinistri con gli ungulati.